Salumi Raimondello. Capocollo di Martina Franca

Per sopravvivere, il Capocollo di Martina Franca ha bisogno della DOP.

È ormai innegabile che il Capocollo di Martina Franca sia uno dei salumi più apprezzati d’Italia.

È il salume pugliese più importante e ne vanno matti un po’ tutti anche in Europa.

Il suo futuro è però in forte pericolo e l’unica àncora di salvezza è la DOP.

Lascia che ti spieghi.

Nel 2007, con un gruppo di eccellenti artigiani, abbiamo fondato l’Associazione del Capocollo di Martina Franca.
Il nostro obiettivo era quello di svelare al mondo una delle più antiche tradizioni norcine pugliesi.

Dimostrare che i salumi buoni non si fanno solo al nord.

In questi anni abbiamo fatto un grande lavoro di qualità e di promozione del prodotto.
Abbiamo portato in giro la tradizione dei nostri padri e dei nostri nonni.

Abbiamo portato in giro per il mondo il nome della Puglia e di Martina Franca.

Ma ora tutto questo è in pericolo.

Ciò che sto per dirti è davvero importante, leggi fino in fondo.

Ai sensi dell’art. 13 e 25 del CPI, il marchio “Capocollo di Martina Franca” non si può registrare.

Cosa significa?

Che l’Associazione, che l’ha creato e reso famoso, non può utilizzarlo in esclusiva.

Chiunque oggi può scrivere sul proprio prodotto “Capocollo di Martina Franca”.

Oggi il Capocollo di Martina viene prodotto anche a Parma, a Benevento, a Treviso, ovunque.

Questi prodotti non hanno nulla a che fare con il vero Capocollo, sono dei falsi.

Non vengono fatti a Martina Franca, non vengono realizzati con gli ingredienti della tradizione, non si sa da dove provengono le carni, non si sa che tipo di stagionatura hanno.

Non rispettano nessun disciplinare e non c’è nessuno che li controlla.

A volte sono prodotti mediocri, altre volte pessimi, ma sicuramente non hanno MAI nulla a che fare con il Capocollo di Martina Franca.

Rovinano il buon nome del prodotto e annullano anni di sacrifici.

Ci fanno fare brutta figura.

Spesso vengono venduti anche in Puglia a consumatori inconsapevoli che gli acquistano per sbaglio.

Pazzesco vero?

Un prodotto di successo richiama la contraffazione e la contraffazione non è mai qualità.

Quando vediamo il nome del Capocollo di Martina Franca accostato a prodotti di bassa qualità ci perdiamo tutti.

I produttori, la città, la Puglia e la credibilità stessa del prodotto.

Ma noi abbiamo il dovere di difenderlo.

Il Capocollo di Martina Franca è un prodotto d’eccellenza e tale deve rimanere.

Per questo nel 2018, come Associazione, abbiamo avviato l’iter per la DOP.

La DOP è l’unico modo per legare il Capocollo alla città di Martina potendo finalmente mettere al sicuro il marchio “Capocollo di Martina Franca”.

È un percorso tortuoso e pieno di ostacoli ma ormai indispensabile per la stessa credibilità del prodotto.

Non è un successo scontato.

Dobbiamo investire su allevamenti locali, strutture produttive e formare personale qualificato.

Investire su Martina, sulla Puglia, su di noi.

È un’opportunità di lavoro e sviluppo per il territorio, ma dobbiamo essere tutti uniti.

Per molti è ancora difficile riconoscere un Capocollo di Martina Franca da uno falso.

Ma tu puoi farlo.
Ricerca sempre sull’etichetta il logo dell’Associazione dei produttori

logo assocazione capocollo - Raimondello

Se il logo non c’è, quello non è un Capocollo che rispetta il disciplinare.

Il logo dell’Associazione garantisce:

  • Capocolli da maiali nati e allevati in Italia (meglio se Puglia e Basilicata)
  • Una lunga stagionatura di 150-180 giorni
  • L’utilizzo esclusivo degli ingredienti della tradizione
  • Un uso minimo, se non assente, di conservanti.

Il Capocollo di Martina Franca è un prodotto unico, inimitabile e straordinario.

Per non darlo in mano alle grandi industrie, alla contraffazione, per proteggerne l’autenticità, l’antica ricetta e la relazione con il territorio c’è bisogno della DOP.

Per tutelarlo però bisogna prima di tutto imparare a riconoscerlo.


Una risposta a “Per sopravvivere, il Capocollo di Martina Franca ha bisogno della DOP.”

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